venerdì 18 aprile 2014

La fontina : le prime testimonianze storiche

Nella onomastica rilevabile dai documenti antichi sulla Valle d'Aosta il nome Fontina ricorre con una certa frequenza. Sin dalla metà del 1.200 si incontra la famiglia "de Funtina" e cento anni dopo si legge "de Fontines".
Molto ricca è la documentazione sull'uso del nome Fontina per indicare i luogh (toponomastica): prati, terreni, villaggi...
Lentamente sorge, scorrendo gli archivi, l'abbinamento del nome Fontina al nostro caratteristico formaggio; in sostituzione al "vacherinus", in abbinamento al "seras" e poi a partire dal XVIII secolo usato in modo inequivocabile per il formaggio tipico.
Per molti secoli la Fontina venne prodotta là dove era possibile avere abbastanza latte, cioè abbastanza vacche, e cioè in alpeggio. Durante l'inverno la quasi totalità delle famiglie valdostane non aveva che una o due o tre mucche, per la famiglia appunto. Solo nel corso del 1.800 si costituirono le latterie turnarie e il latte da lavorare fu messo in comune con spirito cooperativistico.
La Fontina è dunque figlia dell'alta montagna, dell'alpeggio e ha preso il nome da nobili casati e ricorrenti toponimi della Valle d'Aosta. Se visitate i castelli valdostani, osservate gli affreschi di Issogne. Tra dame, cavalieri e guerrieri vedrete un medievale banco di vendita del formaggio: si riconoscono le tipiche forme di Fontina.
E' il segno di una tradizione -anzi di un'arte- che in questa terra continua da sette secoli e ha dato gusto a generazioni di valdostani e di visitatori.
Fontina, una parola ricca di storia, un nome che oggi garantisce a livello europeo il rispetto di rigorose norme di produzione e consente di mantenere la specificità e le qualità organolettiche del prodotto, così come la secolare tradizione da cui deriva.

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