sabato 27 settembre 2014

Il Festival Europeo del Gusto di Predazzo




Si è svolta nell’Aula Magna del Municipio di Predazzo la conferenza stampa per la presentazione del Festival Europeo del Gusto e della Desmontegada di Predazzo che avranno luogo sabato 4 e domenica 5 ottobre.
Presenti alla conferenza; Maria Bosin, Sindaco di Predazzo con  gli Assessori Giuseppe Facchin  e Roberto Dezulian    Michele Barcatta ed il Presidente Renato Dellagiacoma per l’APT di Fiemme , Massimo Girardi per l’Associazione Transdolomites.

Il Festival Europeo del Gusto fa parte di un percorso progettuale che ha preso avvio lo scorso anno con le celebrazioni a ricordo dei 50 anni di fine servizio della Ferrovia Ora-Predazzo.
La tappa successiva è stata il  30 giugno scorso al Muse con la presentazione del progetto “ Il Treno del Gusto” al quale hanno aderito le APT di Fassa, Fiemme, Cembra,  HGV della Provincia di Bolzano per la Locanda Sudtirolese, il Bauernbund per il progetto “ Gallo Rosso”, la condotta Slow Food Valsugana – Lagorai.
Con questi partner assieme ad altri nuovi si giunge al Festival Europeo del Gusto di Predazzo come tappa intermedia per giungere il prossimo anno all’Expò di Milano.
Tema caratterizzante della due giorni di eventi è la mobilità; la Desmotegada è un esempio di mobilità a piedi sul territorio di montagna. La ferrovia si propone come proposta di mobilità collettiva alternativa all’auto privata e come obiettivo progettuale per il ritorno della treno nelle Dolomiti.
Si incomincia venerdì 3 ottobre alle ore 17,00 nell’Aula Magna del Municipio di Predazzo con la serata di presentazione delle manifestazioni  , e con la presentazione del cammino che ci porterà all’Expò di Milano.
A seguire, Alessandro Arici e Paolo Corrà interverranno con i ricordi e gli aneddoti a ricordo della Vecchia Ferrovia.
Sabato e domenica , dalle 10,00 alle 24,00  si terrà il Festival Europeo del Gusto ( del quale in allegato sono citate le realtà partecipanti all’evento) nel tendone delle feste, in località Fontanelle
Si tratta di espositori che giungono da varie parti d’Italia spesso legati alle realtà ferroviarie esistenti o devo si sta spingendo per la riattivazione della ferrovia.
Ferrovia, turismo , promozione della conoscenza dei prodotti del territorio , gastronomia , paesaggio e Dolomiti sono i temi forti di questo evento.
Presso gli stand si potranno effettuare degustazioni, acquistare prodotti, conoscere varie realtà ferroviarie.
Sabato mattina un TRENO DEL GUSTO 4X4 consentirà di fare 4 degustazioni sfiziose in 4 luoghi suggestivi di Predazzo e nel pomeriggio verrà presentato un gustoso SHOW COOKING dagli chef di Fassa-Fiemme e Cembra ed Ecoristorazione del Trentino.
Il tutto sarà accompagnato sabato alle ore 17,00 da una tavola rotonda aperta al pubblico sempre nel tendone delle manifestazioni dedicata al tema “ Ferrovia, Turismo, Territorio “ che sarà moderata da Bruno Felicetti Direttore dell’APT di Fiemme.
Domenica 5  dalle ore 10,00 alle ore 16,00 in collaborazione con Poste Italiane verranno attivati due annulli postale dedicati al Festival Europeo del Gusto e Desmontaga di Predazzo.
L’annullo verrà apposto su una cartolina postale che vuole promuovere la progettazione della nuova Ferrovia dell’Avisio.
Alla luce delle attenzioni riscosse in Svizzera, Austria e Germania circa la manifestazione in oggetto, il proposito è di ragionare sin da ora all’edizione 2015 con l’obbiettivo di accompagnare il nuovo evento con ulteriori iniziative legate alla mobilità dolce

Questo grande evento coincide anche con due momenti molto significativi per il paese di Predazzo; proprio quest'anno ricorre infatti il Ventesimo della Desmontegada, che si terrà proprio domenica 5 ottobre come momento conclusivo dell'intera kermesse, nonchè il Ventesimo del gemellaggio con Hallbergmoos, località tedesca situata a pochi chilometri da Monaco di Baviera.

Gli amici bavaresi saranno presenti in gran numero a questo evento ( sono previsti ben quattro pullman ) dando così a tutta la manifestazione quel tocco di internazionalità che ci si prefiggeva quando è stata lanciata l'idea.

Il concetto di fondo dell'intera iniziativa era infatti quello di arricchire un periodo solitamente di bassa stagione con una proposta ricca di temi legati alla mobilità, alla cultura, alla promozione del territorio attraverso i propri prodotti nonchè al divertimento, dando al tutto un taglio il più internazionale possibile.

Parlando di divertimento merita certamente segnalare gli appuntamenti musicali messi in cantiere, che prevedono un concerto rock con Graziano Romani e il suo gruppo ( alcuni di loro hanno suonato per anni con Ligabue ) venerdì 3 ottobre ad ore 21, la serata country di sabato 4 con la Blue Buffalo Band, sempre ad ore 21 ed il pomeriggio a tutto folk con la Dolomiten Bier Band di domenica 5 ottobre con inizio ad ore 14.30, dopo il pranzo alpino.

Musica per tutti i gusti e proposte a 360° per un fine settimana tutto da vivere.

sabato 12 luglio 2014

La zona di Vidor e Farra di Soligo in Europa – L'intervento di Laura Panizutti di Banca Mediolanum


Lo stage di informazione sul tema 'Il paesaggio della vite e del vino', inserito nelle 24 settimane del progetto Comunicare per esistere verso Expo 2015, si è svolto all'interno della rassegna informativa
Treviso, Piccola Atene ed ha conosciuto la partecipazione di Paolo Benvenuti (Presidente dell'Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa Iter Vitis e presidente nazionale della Associazione nazionale Città del Vino) e di Gregorio Sparacino (direttore dell'Itinerario e Presidente delle Strade del vino di Sicilia).
Per quanto riguarda la zona del prosecco, la rete dei borghi europei del gusto ha proposto la zona che va da Vidor a Soligo, quale area da candidare alla partecipazione europea, perchè ricca di storia e di spunti enogastronomici d'eccellenza.
La candidatura è stata preceduta da un intenso lavoro di visite e incontri che hanno toccato l'azienda
agricola Frozza a Colbertaldo di Vidor ( due gli incontri con la redazione della trasmissione televisiva L'Italia del Gusto) , la Macelleria Robert a Farra di Soligo ( con i suoi salumi artigianali);
il panificio Antico Forno di Caerano San Marco ; la Mic-Sar di Montebelluna ( per il cibo di strada) ; la Società Cooperativa Pedemontana San Pio X di Cavaso (per i formaggi), la Pizzeria al Gallo di Pieve di Soligo .
L'iniziativa è stata sostenuta ed appoggiata da Laura Panizutti, Family Banker di Banca Mediolanum. “Non si è trattato di una semplice sponsorizzazione – osserva Laura Panizutti -, ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno ‘sentito’ una presenza diversa,affidabile”.
La presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul territorio e di sostenere con convinzione le attività culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato organizza ed esprime.


sabato 28 giugno 2014

Le Giornate Medievali portano San Zenone degli Ezzelini in Europa






Le Giornate Medievali (Nella Terra di Ezzelino) hanno portato  San Zenone degli Ezzelini a far parte della rete dei Borghi Europei del Gusto.
Una opportunità che inserisce la comunità (grazie al Patrocinio della Civica Amministrazione) nel progetto 'Comunicare per Esistere', finalizzato alla valorizzazione del territorio.
Giornalisti e comunicatori di altri borghi e altri territori 'incroceranno' le conoscenze e le informazioni su temi quali il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico ; il patrimonio architettonico e l'abitare .
Nel corso delle Giornate Medievali si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa
in Villa Marini Rubelli, per tracciare il percorso pluriennale del progetto.
Dopo la conferenza stampa di Treviso, la redazione della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto ha già realizzato molte interviste in aziende di San Zenone degli Ezzelini, soprattutto quelle che hanno contribuito con sensibilità alle Giornate Medievali.



Foto news 300 

NELLA TERRA DI EZZELINO | 4-5-6 Luglio 2014
Giornate Medievali
a SAN ZENONE DEGLI EZZELINI Località Sopracastello

Programma:

VENERDI' 4 luglio - Presso Villa Marini Rubelli
"Alla tavola di Alberico"
Banchetto medievale su prenotazione con la famiglia dei Da Romano
(335 135 90 44 Antonia - 320 308 84 41 Alessandro - academia.sanzenone@gmail.com - attenzione entro e non oltre il 2 luglio 2014)

SABATO 5 luglio
- dalle ore 17.00 Piana degli Armeni, apertura manifestazione con: accampamenti medievali Borgo dei bambini, intrattenimenti vari (sino alle 24.00)
-ore 18.00-20.00 Borgo dei bambini lettura ad alta voce di storie e leggende.
-ore21.00 Corteo Storico
-ore22.00 - "DOMINIO DEL SOLE OSCURO" (Chi era Ezzelino?)

DOMENICA 6 luglio
- dalle ore 9.00 Apertura accampamenti medievali , falconeria, mercato e borgo bambini con laboratori di scriptura e tessitura
- ore 9.30 - 3° TORNEO DI TIRO CON L'ARCO "LA DISFIDA DEGLI EZZELINI" a seguire dimostrazione di Falconeria con addestramento, scaramucce e duelli a sorpresa
- ORE 21.30 "IL DOMINIO DEL SOLE OSCURO" (contina la saga dei Da Romano)
- ore 22.00 Duello con spade e mazze infuocate

ATTENZIONE DOMENICA 24 AGOSTO | ore 21.00
Presso il sito storico di San Zenone (Torre degli Ezzelini)
rievocazione dell'eccidio e fine della famiglia dei "DA ROMANO".
Alberico con la famiglia e alcuni fedeli si rifugiò nel castello di san Zenone dove venne assediato nella tarda primavera del 1260 da un esercito nemico. Il castello venne conquistato mediante tradimento il 24 agosto dello stesso anno...

La conferenza stampa alla Trattoria 2 Mori a Treviso - La presentazione delle Giornate Medievali di San Zenone degli Ezzelini


E' stata la Trattoria 2 Mori di via Bailo a Treviso ad ospitare la conferenza stampa a convivio per la presentazione dei progetti e delle iniziative di informazione di Treviso, Piccola Atene.
" Una osteria che ha visto nascere l'avventura de Il Nuovo Cagnan, con la direzione di Mirko Trevisanello e la direzione onoraria di Remigio Forcolin d'Aci Castello. Quante volte gli assatanati
redattori del roseo foglio hanno consumato ombre e cicchetti da Renato, dilazionando i pagamenti, severamente impegnati sulle quattro esse (siamo sempre senza soldi !) ".

In apertura il racconto delle Giornate Medievali di San Zenote degli Ezzelini. Presenti il Sindaco di San Zenone, il presidente della Pro Loco e 'la' Presidente della Academia Sodalitas Ecelinorum (accompagnata dal regista delle Giornate).

Foto news 300 

NELLA TERRA DI EZZELINO | 4-5-6 Luglio 2014
Giornate Medievali
a SAN ZENONE DEGLI EZZELINI Località Sopracastello

Programma:

VENERDI' 4 luglio - Presso Villa Marini Rubelli
"Alla tavola di Alberico"
Banchetto medievale su prenotazione con la famiglia dei Da Romano
(335 135 90 44 Antonia - 320 308 84 41 Alessandro - academia.sanzenone@gmail.com - attenzione entro e non oltre il 2 luglio 2014)

SABATO 5 luglio
- dalle ore 17.00 Piana degli Armeni, apertura manifestazione con: accampamenti medievali Borgo dei bambini, intrattenimenti vari (sino alle 24.00)
-ore 18.00-20.00 Borgo dei bambini lettura ad alta voce di storie e leggende.
-ore21.00 Corteo Storico
-ore22.00 - "DOMINIO DEL SOLE OSCURO" (Chi era Ezzelino?)

DOMENICA 6 luglio
- dalle ore 9.00 Apertura accampamenti medievali , falconeria, mercato e borgo bambini con laboratori di scriptura e tessitura
- ore 9.30 - 3° TORNEO DI TIRO CON L'ARCO "LA DISFIDA DEGLI EZZELINI" a seguire dimostrazione di Falconeria con addestramento, scaramucce e duelli a sorpresa
- ORE 21.30 "IL DOMINIO DEL SOLE OSCURO" (contina la saga dei Da Romano)
- ore 22.00 Duello con spade e mazze infuocate

ATTENZIONE DOMENICA 24 AGOSTO | ore 21.00
Presso il sito storico di San Zenone (Torre degli Ezzelini)
rievocazione dell'eccidio e fine della famiglia dei "DA ROMANO".
Alberico con la famiglia e alcuni fedeli si rifugiò nel castello di san Zenone dove venne assediato nella tarda primavera del 1260 da un esercito nemico. Il castello venne conquistato mediante tradimento il 24 agosto dello stesso anno...

giovedì 1 maggio 2014

Sopressa e vin col fondo alla Pizzeria Doriano

Claudio Reginato,presidente del Comitato Madonna della Salute, ha fatto degustare alla Pizzeria Doriano la sopressa di 'casada'.

Un giusto accompaganmento di vini col fondo della Cantina Sant'Andrea ha esaltato la bontà e l'artigianalità del prodotto.

"Sin dalle antiche origini il vino bianco veniva imbottigliato in primavera, per una fermentazione naturale di un paio di mesi, che lo rendeva brioso al momento dei consumo. La fermentazione in bottiglia, che modifica profumo e gusto mantenendo inalterate le caratteristiche dei vino base, porta ad un sapore armonico e mai dolce per il bassissimo contenuto di zuccheri residui: il tipico "fondo" della bottiglia, dato dal deposito naturale della fermentazione, unisce all’aroma fruttato del vino bianco il classico sentore di crosta di pane, così come la costante fermentazione sui lieviti, modifica di stagione in stagione profumi e sapori. Il vin coi fondo va bevuto entro un anno ed è indispensabile scaraffare la bottiglia con cura, non solo per un affascinante rituale estetico, ma soprattutto per evitare l’intorbidimento dato dal "fondo": attendendo un paio di minuti prima di berlo, si dà modo al vino di esprimere con forza tutte le proprie qualità ed il proprio valore, così come unendo la degustazione di questo vino con pane e sopressa di "casada" sì ricrea un abbinamento antichissimo " (Pro Loco Guia)


Pasticcio di patate e zucchine con formaggio latteria




L'ultimo giorno di vacanze che ho trascorso nel Veneto, l'ho passato ad acquistare vari prodotti tipici della zona: frutta e verdura direttamente dai contadini e formaggi di ogni tipo nelle latterie. Un pezzo di questo...un pezzo di quello... e adesso? Mi ritrovo una montagna di formaggi da smaltire. Uno di questi è il latteria, formaggio tipico veneto di varie stagionature. In questo caso ne ho usato uno fresco, il piu' adatto da fondere. E' buono anche sulla pizza!



Lessate le patate, sbucciatele e tagliatele a rondelle. Pulite e tagliate le zucchine a fettine o pezzetti, mettetele in una padella con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio che poi leverete. Salate e fate saltare velocemente, non devono cuocersi completamente. Oliate una teglia e cospargetela con del pangrattato. Sistemate le patate e le zucchine nella teglia.Tagliate il latteria a fettine e sistematelo sulle verdure. Sbattete in una ciotola le uova con il latte, il parmigiano, sale, pepe e la noce moscata. Versate circa i 2/3 del composto nella teglia. Sistemate le fette di speck sopra il formaggio e versate il rimanente composto. Cospargete con semi di sesamo e infornate a 180° per 30-35 minuti.


Ravioli Con Formaggio Di Latteria E Radicchio In Salsa Di Speck


Ingredienti


200 G - Farina
1 Cespo - Radicchio
2 - Uova
100 G - Speck
80 G - Formaggio Di Latteria
20 G - Cipolla Rossa
1 Filo - Olio D'oliva
- Sale
- Pepe

Informazioni


  • Tipo di portata: Primo
  • Ingredente principale: Radicchio
  • Ricetta per 4 persone

Preparazione

Frullare una parte del radicchio con il formaggio, sale e pepe. Farcire con il composto i quadrati di 10 cm per lato di pasta fresca all'uovo (uova e farina) e ricavare dei ravioli; cuocerli in acqua bollente salata. Nel frattempo imbiondire in padella con un filo d'olio la cipolla rossa, unire il radicchio e brasarlo per alcuni minuti. Abbrustolire lo speck e unirlo al radicchio in padella, scolare i ravioli e saltarli in padella per amalgamarli bene con la salsa.

Il Latteria


In passato le latterie turnarie svolgevano il ruolo degli attuali caseifici cooperativi, cioè di raccolta e remunerazione del latte. Ciascuno di questi, a rotazione, utilizzava il latte prodotto dagli aderenti per la produzione del formaggio e dei suoi derivati. La piena utilizzazione di questi luoghi era assicurata per tutto il periodo autunnale e invernale mentre d’estate, quando le mandrie si spostavano in alpeggio, venivano chiuse per lasciare spazio alla produzione di formaggi prodotti con latte d’alpeggio. La prima latteria sociale turnaria è stata costituita nella regione del Friuli Venezia Giulia – e più precisamente nel comune di Forni Avoltri – nel 1881 dal maestro Caneva. Oggi questo tipo di raccolta del latte è molto diminuito e in alcuni casi addirittura scomparso per lasciare il posto ai caseifici.
Il Latteria è un formaggio  a pasta semicotta e viene commercializzato in tre tipologie a seconda del grado di stagionatura e lavorazione:
  • ‘fresco’ per il formaggio con stagionatura di circa 30 giorni;
  • ‘mezzano’ per il formaggio con stagionatura che varia da 60 a 90 giorni;
  • ‘stagionato’ per il formaggio con stagionatura di oltre 90 giorni.
Al momento del consumo il formaggio Latteria presenta le seguenti caratteristiche chimico-fisiche-organolettiche:
  • forma cilindrica con diametro di 30 cm, scalzo diritto a facce piane di altezza compresa fra 6-8 cm. Il peso può variare tra i 5 e i 7 kg;
  • pasta di colore bianco latte nella tipologia più fresca; di colore leggermente paglierino e con piccole occhiature nel formaggio più stagionato;
  • crosta liscia non sempre uniforme, elastica e di color nocciola che tende a divenire sempre più secca e a scurire con il prolungarsi della stagionatura;
  • sapore dolce e delicato nella tipologia fresca che tende a divenire più saporito e a volte leggermente piccante nella tipologia stagionata;
  • aroma delicato nel formaggio fresco, più intenso in quello stagionato.
Zona Geografica
Il formaggio Latteria viene prodotto in tutto il Nord Italia, in particolar modo nel Friuli Venezia Giulia e in Veneto; la provincia di Treviso è quella dove si produce la maggiore quantità.

Il formaggio latteria di Claudio Reginato

Claudio Reginato,presidente del Comitato Madonna della Salute, ha portato in assaggio alla Pizzeria Doriano un fortmaggio latteria di una azienda agricola della zona.
Il Latteria  :
denominazione comune nell'area veneta per indicare il formaggio prodotto nelle antiche "Latterie turnarie" dove ogni famiglia contadina conferente il latte, a turno era impegnata nella produzione del formaggio. E' sinonimo di Montasio e conserva il nome primitivo per le partite non rientranti nelle tipologie previste dal Disciplinare di Produzione del Montasio DOP. Si produce prevalentemente il tipo da tavola con maturazione di 60 giorni

Pizza al formaggio di Pasqua






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Ciao a tutti,giusto in tempo ad hoc per la Pasqua,vi do la mia ricetta di pizza al formaggio da mangiare al pranzo della medesima (Pasqua)E' facile facile e buona. :P Allora..
INGREDIENTI:400 gr. di farina, meglio se del tipo a grano MANITOBA che è adattissimo per paste e pizze lievitate,250 ml d'acqua fredda o temperatura ambiente,80 gr. di formaggio grattugiato ripartito in 40 di grana e 40 di pecorino, 100 gr. di formaggio tenero (fontal ) 2 uova, 1 cucchiaino di zucchero e un cucchiaino raso di sale, 4 cucchiai d'olio, 1 pizzico generoso di pepe,1 bustina di lievito "Pizzaiolo" Pane degli Angeli (non faccio pubblicità, è che con questo lievito sono sicura che viene bene,tutto qui)
COME SI FA:Accendete il forno a 220,250°C 8a seconda se cuoce tanto o poco) e in una terrina mettete insieme la farina,il lievito, lo zucchero, il sale il pepe,il formaggio grattugiato, il formaggio tenero tagliato a dadini , le uova, l'olio,e mescolate aggiungendo poco alla volta l'acqua.Otterrete un impasto morbido e omogeneo.Prendete una teglia da 22 cm di diametro,oliatela,o meglio,mettete sul fondo un po' di carta da forno in modo da rivestire anche i lati,(così non v'impazzite ad oliare e non v'ungete le mani, cosa scocciantissima :shifty: ), mettete dentro l'impasto , pareggiatelo un po' e infornate.Fate cuocere per 20 - 30 minuti.E' meglio se non aprite il forno durante la cottura senno' si può afflosciare il tutto e allora tanti saluti.Buon Appetito!! 

Eco-ricette in fiore: eco-pizza del Primiero!


306 Pizza 4 formaggi

La terza eco-ricetta è un’Eco-pizza, realizzata al ristorante-pizzeria “Il Caminetto” di Transacqua il 20 maggio 2013.
Il Caminetto propone pietanze a base di prodotti biologici, che adottano la filosofia del km zero. Sulla griglia cuociono carni di vitello, maiale e manzo, e fra le pizze si distingue quella Nostrana, con il 100% di farina grano Kamut, farcita con Grana Trentino, Nostrano Fresco, Fontal e Asiago.

Lasagne con ragu bianco , zucca e fontal


Lasagne di ragu bianco con la zucca ricetta squisita|Easy Kitchen
Non ci sono parole per descrivere la squisitezza di queste lasagne di ragù bianco con la zucca, la dolcezza della zucca rende questo piatto un vero portento e mette d’accordo grandi e piccini. Ci sono solo 3 strati di lasagne (lo so ne vedete di più :P questo perché il taglio è stato fatto al centro dove avevo sovrapposto i due fogli di pasta ) e non ho messo la besciamella, il formaggio è limitato e c’è una buona porzione di verdura, si può considerare un piatto unico abbastanza bilanciato e se lo si vuole far diventare light quindi più leggero si può omettere la carne.
Ingredienti per 4 persone
1 kg di zucca già sbucciata e fatta a pezzetti (non suona bene :P hahahaha)
350 gr di tritato di manzo
il trito di 1 cipolla, 1 gambo di sedano e 1 carota
100 gr di formaggio Fontal 
3 belle prese di formaggio grattugiato tipo Parmigiano
1 cucchiaino raso di cannella in polvere
1/3 di cucchiaino di noce moscata grattugiata
sale e olio evo
Preparazione
In una pentola capiente rosolate il trito di cipolla, carota e sedano con un filo di olio e mescolate spesso, dopo 5′ circa aggiungete il tritato e continuate a mescolare fino a quando il tutto è ben rosolato. A questo punto inserite anche la zucca e 1 bicchiere di acqua, fate stufare con il coperchio per 30′ mescolando di tanto in tanto.
Finito il tempo, scoperchiate, aggiungete le spezie e aggiustate di sale, lasciate insaporire per altri 5′ o più minuti se il ragù risulta troppo umido, quindi spegnete.
Con la grattugia a foro grosso grattugiate il formaggio Fontal; prendete una pirofila con bordi alti e sul fondo versate un mestolo di ragù e livellatelo con il dorso di un cucchiaio, fate uno strato di lasagne e rimettete un’altro mestolo di ragù, 1/3 di formaggio e una presa di parmigiano. Fate così altri due strati e finite con il restante formaggio e un bel pugno di parmigiano, infornate a forno caldo non ventilato per 30′ circa. Servite ben caldo e…. buon appetito!!

Risotto con Piselli, prosciutto Cotto a Dadini e Formaggio Fontal


Dosi per 4 persone:
_350 g di riso Arborio la Pila o Riso del Vo’
_100 g di piselli
_1 confezione di prosciutto a cubetti
_fontal qb a seconda dei gusti
_sale/burro qb

Preparazione:Risotto con Piselli, prosciutto Cotto a Dadini e Formaggio Fontal
Tostare il riso con un pò di burro e sfumare man mano con il brodo vegetale preparato lessando i piselli per pochi minuti.
A cottura quasi ultimata del riso aggiungere il prosciutto a cubetti e il fontal in modo che si amalgami bene il tutto.

Ricetta in collaborazione con la blogger: https://www.facebook.com/GnamGnamPlus

Il Fontal del Trentino



Inconfondibile grazie alla Crosta rossa è fatto con latte Trentino. Niente conservanti o additivi. La ricetta di questo formaggio è semplice come la sua bontà: latte pastorizzato, fermenti lattici, caglio e un po’ di sale. Ha una pasta compatta, semidura e semicotta, riconoscibile dal colore paglierino e dall’occhiatura rada.

Stagionatura: minimo 60 gg.

Formato: peso medio 12 kg.

Fontal Crosta rossa


Inconfondibile grazie alla Crosta rossa è fatto con latte Trentino. Niente conservanti o additivi. La ricetta di questo formaggio è semplice come la sua bontà: latte pastorizzato, fermenti lattici, caglio e un po’ di sale. Ha una pasta compatta, semidura e semicotta, riconoscibile dal colore paglierino e dall’occhiatura rada.

Stagionatura: minimo 60 gg.

Formato: peso medio 12 kg.

Il formaggio Fontal alla Pizzeria Doriano


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Con la denominazione di Fontal, nata nel 1955 dalla contrazione di Fontina ed Emmental s’indica un formaggio che riassume le caratteristiche degli altri due in una produzione che ha origini trentine. Nella consolidata versione lombarda, il Fontal è un formaggio di consistenza abbastanza morbida prodotto con latte intero vaccino.
Caratteristiche
Il Fontal è un formaggio a media maturazione, ottenuto con latte vaccino pastorizzato. Di forma cilindrica con facce del diametro di 30-40 centimetri, ha scalzo concavo alto 8-10 centimetri e peso che oscilla fra gli 8 e i 12 chilogrammi. La pasta ha una consistenza elastica, tenera e compatta, di color bianco paglierino, con scarsa occhiatura. La crosta è sottile, chiara e colorata con cere plastiche.

Caratteristiche organolettiche
Fondente al palato, il Fontal ha un sapore dolce e delicato, di solito poco pronunciato.

Modalità produttive
Per la produzione del Fontal si utilizza il latte vaccino pastorizzato, cui durante la lavorazione sono aggiunti il caglio e un innesto di fermenti lattici selezionati, fra cui i lattococchi mesofili. La coagulazione avviene alla temperatura di 30-35°C, in un tempo variabile fra i 25 e i 35 minuti. Si procede alla rottura della cagliata fino alle dimensioni desiderate e, dopo l’estrazione, la massa caseosa viene sottoposta a pressatura per facilitare l’eliminazione del siero. Il processo di salatura avviene per immersione in salamoia. La stagionatura,infine, dura dai 40 ai 60 giorni alla temperatura costante di 8-10°C. L’uso del latte e crudo e del processo indicato sono essenziali per la caratterizzazione organolettica del prodotto.

Come si consuma
Il Fontal può essere gustato come formaggio da tavola a chiusura di un pasto o come secondo piatto. La facile fusibilità di questo formaggio, inoltre, ha il vantaggio di conciliarsi con molte pietanze. Ad esempio con i burger sia di carne che di soia, scottati in padella e coperti da una fetta di Fontal a fine cottura. Lasciando il coperchio sulla pentola per qualche minuto, la fusione del formaggio arricchirà il gusto della portata.

Storia
La produzione del Fontal è iniziata in Val di Non presso una società che produceva burro negli anni ’60 e ’70. Accanto alla lavorazione delle panne, uno dei soci della società aveva introdotto la produzione di un formaggio di tipo danese, il cui siero era utilizzato per la fusione dei pani di burro. Dopo qualche anno, questa produzione è stata sostituita con quella similare del Fontal. Verso gli anni ’70 tale formaggio è stato prodotto dai grossi caseifici cooperativi trentini che disponevano dell’attrezzatura necessaria. Nella produzione trentina, il Fontal Fiavè e il Fontal Sav sono formaggi che presentano caratteristiche organolettiche particolari, legate soprattutto alla freschezza e alla qualità del latte utilizzato e rappresentano ancora oggi una valida alternativa alimentare rispetto ai formaggi di tipo Nostrano.

Area di produzione
Originario della Val di Non in Trentino Alto Adige, il formaggio Fontal è ormai prodotto a livello industriale in tutto il territorio lombardo.

Fonti e Produttori: www.buonalombardia.it

sabato 19 aprile 2014

Il cibo di strada : Mic-Sar testimonial de l'Italia del gusto

L'Associazione l'Altratavola è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove conoscenze, nel percorso del gusto del progetto 'Comunicare per Esistere, La Passione dei territori'.

Il cammino, fatto di curiosità e di autentica 'voglia', ha fatto incontrare il mondo del cibo di strada, degli artigiani del gusto che si muovono da paese a paese, soprattutto in occasione di feste, manifestazioni, cerimonie.
Il cibo da strada, secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carri ambulanti.
“Il consumo di cibo per strada- osservano Diego e Catia,artigiani del gusto della Mic-Sar -, consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante nell'alimentazione umana (n.d.r. stime della FAO indicano in ben 2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si alimentano in questo modo”.)

Catia e Diego offrono ai clienti la porchetta trevigiana con pane casereccio : è questo senza dubbio il loro punto di forza.
Ma, a seconda del volgere del calendario, sanno anche offrire dolci, cioccolato, insomma tutto un mondo di delizie accuratamente selezionate e proposte.
In fondo il cibo di strada diventa un rito. Un momento di socializzazione, dove volano i commenti , le battute, le osservazioni e le informazioni.
Diego è divenuto un testimonial-assaggiatore, spesso invitato dalla trasmissione l'Italia del Gusto a commentare le eccellenze dei diversi territori ospiti.


Diego e Katia ci accompagneranno nel viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito il popolo per secoli. “Le bevande e le pietanze dello “street food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti protagonisti che abbiamo incontrato. Non certo “cuochi d’artificio” che vogliono stupire con effetti speciali, ma “food maker” che difendono con caparbietà e orgoglio i loro cibi di strada. Donne e uomini che ogni giorno aprono le loro botteghe e i loro chioschi, ove con immutata passione impastano, infornano, friggono, bollono, arrostiscono, regalandoti un sorriso o un moto d’arguzia.
Oggi è di gran moda parlare di cibo di strada senza però indagarne le origini e rivalutare le tradizioni locali che l’hanno originato. “ ( “Street food all’italiana – Il cibo di strada da leccarsi le dita” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti )
 


Asolo per Vivere : il punto della situazione e il prossimo futuro alla Pizzeria Doriano a Madonna della Salute

L'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del gusto ha lanciato il progetto 'Asolo per Vivere, I 100 Orizzonti della Comunicazione', per far conoscere e valorizzare la storia e la cultura
di una Città che ha proprio nella storia le sue carte migliori da giocare.

Le iniziative già realizzate

Il 6 dicembre 2013 presso lo Studio Vizioli & Associati di Milano, veniva presentato il progetto
per 'informare chi informa', con la partecipazione d el dott. Antonio Barone (rappresentante ufficiale dei 26 itinerari Culturali del Consiglio l'Europa e direttore de La Rotta dei Fenici, Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa) e del dott. Piero Zagara ( della Direzione per le relazioni con gli Enti Locali di Isnart - Istituto nazionale di Ricerche Turistiche).

Il 25 gennaio 2014 in Asolo la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa, con la partecipazione del dott: Giorgio Vizioli (giornalista di Milano, resp, Uff. Stampa nazionale della rete dei Borghi Europei del Gusto), del dott. Antonio Barone ( (rappresentante ufficiale dei 26 itinerari Culturali del Consiglio l'Europa e direttore de La Rotta dei Fenici, Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa) e del dott. Piero Zagara ( della Direzione per le relazioni con gli Enti Locali di Isnart - Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche).


Nelle stesse giornate di gennaio nell'Area Abitare per Vivere la redazione della trasmissione  multimediale l'Italia del Gusto realizzava interventi sui temi del design (Studio di Michele Marcon in Asolo) e del restauro ( con lo Studio dell'arch. Maurizio Trevisan a San Zenone degli Ezzelini e a Palazzo Pasquali in Asolo.


Alla fine del mese di febbraio le iniziative di Asolo per Vivere, sono state presentate al VII Festival Europeo del Gusto sulle ferrovie dimenticate a Grantorto (Pd).

La rivista La Vaca Mora ha dedicato un intero numero alla storia della tramvia elettrica Montebelluna-Asolo.

Agli inizi del mese di marzo la rivista Week end in auto dedicava un inserto di ben otto pagine ad Asolo, Borgo Europeo del Gusto, stampando copie dell'inserto stesso anche in modo autonomo.

A fine marzo la rivista Il Gusto Italiano Magazine dedicava due pagine ad Asolo, La città dei 100 Orizzonti.

La trasmissione L'Italia del Gusto ( Sky, Cafè Tv24 e web) dava corso alla editorializzazione  di ben 9 unità televisive, sui temi della rivitalizzazione del centro storico, di abitare per vivere e dei percorsi del gusto.

Continua nel frattempo la pubblicazione di servizi informativi online, grazie a BlogAzzurro, lo speciale network dell'Associazione l'Altratavola, che comprende anche il blog tematico 'Asolo
per Vivere',

Fatti e non parole.

Nel mese di maggio vi sarà il grande evento giornalistico 'Asolo per Vivere, I 100 Orizzonti della Comunicazione', con la visita di 50 fra giornalisti, comunicatori, blogger e testimonial, per una
campagna di informazione che punta ad almeno 300 servizi informativi pubblicati per Asolo.

venerdì 18 aprile 2014

Polenta alla valdostana

Polenta alla valdostana
Ingredienti e dosi per 4 persone:
  • gr. 800 di farina gialla
  • gr. 400 di fontina
  • gr. 200 di burro
  • acqua
  • sale
Preparare una polenta con farina di granturco (1/2 fioretto e 1/2 bramata). Verso la fine della cottura aggiungere gr. 50 di burro per persona e mescolare bene.
Aggiungere la fontina tagliata a dadini e continuare a rimettere sul fuoco in modo da amalgamare bene il tutto. A fontina sciolta si può servire caldo con carni in umido, spezzatini o coniglio.

I formaggi a Piccoliinpizza alla Pizzeria Doriano di Madonna della Salute

La prima giornata di PiccoliinPizza, all'interno della rassegna informativa Comunicare per Esistere,la Passione dei Territori si svolge alla Pizzeria Trattoria Doriano a Madonna della Salute (Maser).
Il tema scelto è quello dei formaggi.
La toma piemontese ; la fontina valdostana e il maasdammer olandese saranno gli 'ospiti'  di altre terre.
Il Veneto sarà presente con il montasio mezzano.

Il Montasio, questo conosciuto

E’ un formaggio da tavola tipico della regione Friuli Venezia Giulia e del Veneto nord-orientale.

E’ caratterizzato da una pasta cotta, semidura, che si presenta compatta, di colore bianco o giallo paglierino con occhiatura regolare e omogenea. La crosta dapprima liscia, elastica e compatta, di colore marron chiaro si fa più secca progressivamente, con l’aumentare del tempo di maturazione che porta la pasta ad essere granulosa e friabile.

E’ disponibile in tre diverse stagionature:
- Montasio Fresco, stagionato da 2 a 4 mesi; ha un sapore morbido e delicato che ricorda il latte ;
- Montasio Mezzano, stagionato da 5 a 10 mesi; ha un gusto più deciso e pieno;
- Montasio Stagionato, stagionato almeno 10 mesi ;assume toni particolarmente aromatici con piccantezza non eccessiva.

La storia

Il Montasio prende il nome dall’omonimo monte, un massiccio situato tra la valle di Resia e il Canale del ferro nell’alto Friuli ed appartiene alla grande categoria dei formaggi alpini nati all’inizio del Millennio, allo scopo di conservare e immagazzinare un prodotto facilmente deperibile, come il latte, per i periodi di penuria. Le sue origini risalgono al 1200 quando i monaci benedettini dell’Abbazia di Moggio Udinese affinarono le varie tecniche di produzione proprie dei malghesi della zona. Questa tecnologia produttiva si diffuse i n seguito rapidamente lungo tutte le valli delle Alpi Giulie e Carniche, per arrivare sino alla pianura friulana e veneta. Ciò fu favorito anche dalla vicinanza col Canale del Ferro, importante via di comunicazione e di scambi mercantili già in epoca romana.
I primi documenti, che riportano la dicitura “Montasio” ed i prezzi sono datati 1775 e si trovano nella città di San Daniele. La presenza su tutti i documenti mercantili delle piazze italiane e l’alto valore di scambio, ben superiore a quello degli altri prodotti caseari, testimoniano l’elevato pregio e il valore di questo formaggio.
Nello scorso secolo, in una sua opera letteraria, Guglielmo Ghinetti descriveva la diffusione di questo prelibato formaggio dalle zone pedemontane a quelle di pianura. Una diffusione che fu incrementata dalla costituzione delle prime latterie sociali nel 1880, quando il maestro Eugenio Caneva di Collina ne promosse la prima.
Nel 1925 è stata fondata, a San Vito al Tagliamento, la Prima Scuola casari presso la quale sono state formate generazioni di tecnici che negli anni hanno diffuso l’arte della produzione del formaggio Montasio in tutte le Province limitrofe.
Ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta nel 1996. 

La Fontina: breve identikit


La Fontina DOP
La Fontina è un formaggio DOP: a Denominazione d'Origine Protetta in tutta l'Unione Europea. Questo formaggio prodotto in Valle d'Aosta è caratterizzato in particolare da:
  • forma cilindrica tipicamente appiattita - con facce piane;
  • peso da 8 a 12 Kg;
  • diametro di 43 cm;
  • scalzo di 7-10 cm;
  • crosta compatta di colore marrone da chiaro a scuro a seconda delle condizioni di maturazione e della durata di stagionatura;
  • pasta semicotta elastica, morbida, occhiatura caratteristica e dispersa nella forma di colore giallo paglierino più o meno intenso;
  • gusto caratteristico, dolce e gradevole più o meno intenso con il procedere della maturazione.

Dove nasce

Il territorio di produzione della Fontina è quello della Valle d'Aosta, la Regione Autonoma nelle Alpi occidentali, aperta su Piemonte, Vallese, Savoia e Alta Savoia. Vertici e lati sono le montagne più famose d'Europa: Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso.
Non è tutto solo montagna, ma per buona parte l'asse della Regione è parallelo all'arco delle Alpi: valle endoalpina per eccellenza. Estati secche e inverni rigidi scandiscono dunque il tempo della flora, della fauna e... degli abitanti.
Così si possono trovare nei prati alcune essenze vegetali di tipo mediterraneo, mentre in luglio i pascoli alti sono formati da una collezione prestigiosa di fiori alpini. Perché solo in questa terra la combinazione di fiori, erbe, acqua dà al latte delle mucche quel profumo speciale: ed è solo l'aria della Valle d'Aosta che fa stagionare la Fontina.

La fontina : le prime testimonianze storiche

Nella onomastica rilevabile dai documenti antichi sulla Valle d'Aosta il nome Fontina ricorre con una certa frequenza. Sin dalla metà del 1.200 si incontra la famiglia "de Funtina" e cento anni dopo si legge "de Fontines".
Molto ricca è la documentazione sull'uso del nome Fontina per indicare i luogh (toponomastica): prati, terreni, villaggi...
Lentamente sorge, scorrendo gli archivi, l'abbinamento del nome Fontina al nostro caratteristico formaggio; in sostituzione al "vacherinus", in abbinamento al "seras" e poi a partire dal XVIII secolo usato in modo inequivocabile per il formaggio tipico.
Per molti secoli la Fontina venne prodotta là dove era possibile avere abbastanza latte, cioè abbastanza vacche, e cioè in alpeggio. Durante l'inverno la quasi totalità delle famiglie valdostane non aveva che una o due o tre mucche, per la famiglia appunto. Solo nel corso del 1.800 si costituirono le latterie turnarie e il latte da lavorare fu messo in comune con spirito cooperativistico.
La Fontina è dunque figlia dell'alta montagna, dell'alpeggio e ha preso il nome da nobili casati e ricorrenti toponimi della Valle d'Aosta. Se visitate i castelli valdostani, osservate gli affreschi di Issogne. Tra dame, cavalieri e guerrieri vedrete un medievale banco di vendita del formaggio: si riconoscono le tipiche forme di Fontina.
E' il segno di una tradizione -anzi di un'arte- che in questa terra continua da sette secoli e ha dato gusto a generazioni di valdostani e di visitatori.
Fontina, una parola ricca di storia, un nome che oggi garantisce a livello europeo il rispetto di rigorose norme di produzione e consente di mantenere la specificità e le qualità organolettiche del prodotto, così come la secolare tradizione da cui deriva.

Gli alpeggi coinvolti nella filiera Fontina sono circa 200

 Si tratta di insediamenti zootecnici situati ad un'altezza compresa tra i 1800-2300 s.l.m. m in cui gli animali vengono alimentati sfruttando i pascoli ricchissimi di essenze foraggere profumate che conferiscono al latte una vasta gamma di aromi caratteristici.
In alpeggio la vita scorre lenta, cadenzata dai ritmi sollecitati dagli animali. Sveglia alle 3, segue la mungitura che normalmente termina verso le 7. Mentre gli animali vengono guidati al pascolo il casaro inizia a lavorare il latte che verrà trasformato in Fontina e, a seconda della procedura utilizzata, in altri prodotti secondari come burro, ricotta, brossa, o primo sale. Verso mezzogiorno gli animali rientrano nei ricoveri dove riposano fino alle 16 quando inizierà la mungitura del pomeriggio. La mungitura della sera si protrae normalmente fino alle 19 in seguito alle quali la mandria viene condotta nuovamente al pascolo e il casaro si dedicherà alla lavorazione del latte.
Il pascolo della sera generalmente viene effettuato più vicino alla stalla rispetto al mattino poiché il tempo a disposizione è minore. Verso le 21 gli animali sono di nuovo in stalla e gli addetti ai lavori finalmente concludono la giornata lavorativa.
La fontina prodotta in alpeggio presenta indubbiamente delle caratteristiche organolettiche di grande pregio legate alla complessità dei flavour che derivano dalle componenti aromatiche presenti nei pascoli e veicolate nel latte.
Studi recenti hanno approfondito la componente dei grassi della Fontina di alpeggio che, pur essendo un prodotto di origine animale, presenta un elevata percentuale di grassi insaturi, ai quali negli ultimi anni sono state attribuite importantissime caratteristiche nutrizionali. Tali molecole vengono sintetizzate direttamente dal ruminante grazie ai precursori introdotti con la dieta costitutiva appunto dai pregiati pascoli di alta montagna. L'utilizzo delle aree montane oltre a consentire la produzione di un prodotto unico, favorisce il mantenimento del territorio.
La presenza dell'uomo in montagna è di fondamentale importanza per i torrenti, creare i canali per l'irrigazione, ripristinare le zone di pascolo e limitare così il rimboschimento. Questi sono solo alcuni esempi che evidenziano come il binomio ambiente-zootecnica sia importante per l'economia delle aree montane.

Pizza bianca fontina e salvia (da oggi.it)


Una morbida pasta di farina di riso e amido di mais accoglie una ricca farcitura, senza pomodoro, ma con ben due di formaggi filanti, saporita pancetta e una crema di uova


  • TEMPO: 150
  • PORTATA: Pizze e torte salate
  • DIFFICOLTA': Medio
Pizza bianca fontina e salvia
INGREDIENTI
200 g di farina di riso
200 g di amido di mais
20 g di lievito di birra
80 g di pancetta affumicata
50 ml di olio extravergine di oliva
100 g di emmentaler
100 g di fontina
10 foglie di salvia
2 uova
sale e pepe
PREPARAZIONE
Stemperate il livieto in una ciotola con un po’ di acqua. Setacciate la farina di riso e l’amido di mais, disponendoli a fontana. Aggiungete il lievito e impastate versando un bicchiere e mezzo di acqua tiepida, poco alla volta. Unite 2 cucchiai di olio extravergine a filo e un pizzico di sale e lavorate l’impasto. Coprite con un canovaccio e fate lievitare per 2 ore.
Tagliate la pancetta a cubetti e fatela rosolare per 5 minuti perché prenda colore. Stendete la pasta a uno spessore di circa mezzo cm e sistematela in una teglia rotonda unta con l’olio extravergine rimasto, allargandola con le mani e rinforzandola nei bordi.
Tagliate a fettine l’emmentaler e la fontina e distribuite i formaggi sulla superficie della pizza, poi completate con i cubetti di pancetta. Fate cuocere nel forno preriscaldato a 220 °C per 20 minuti. Sbattete le uova con sale e pepe, poi versatele sulla pizza. Cospargete con le foglie di salvia spezzettate e fate cuocere per altri 10 minuti.

Maasdammer : sapori d'Olanda alla Pizzeria Doriano di Madonna della Salute


 
Prodotti da secoli e famosi in tutto il mondo, i formaggi olandesi come il Maasdammer sono molto apprezzati anche dai consumatori italiani.
Il Maasdammer ha un gusto dolce e delicato con punte di noce.
La pasta è compatta e presenta la caratteristica occhiatura diffusa e di grande dimensione.
Risulta ottimo mangiato da solo o utilizzato per preparare stuzzichini, antipasti, primi piatti e torte salate.

TORTA RUSTICA CON MAASDAMMER, PROSCIUTTO COTTO E POMODORO


torta_1_tagliata Forse si dirà che è la “solita torta”… no, non è così. Basta cambiare la combinazione degli ingredienti … ed ecco una nuova torta salata! Questa è di facile preparazione, ma dal risultato sicuro: dal gusto deciso, tuttavia morbido, potrete consumarla sia come piatto unico, sia come merenda o antipasto, sia come secondo.
Ingredienti:
1 confezione di pasta base per pizza fresca da gr. 400
gr. 200 di formaggio Maasdammer a fettine
gr. 150 di prosciutto cotto
3 cucchiaini di doppio concentrato di pomodoro
2 pizzichi di origano
1 pizzico di paprika medio-dolce
ml. 10 di panna liquida
Esecuzione:
° Srotolate e stendete la pasta pizza sulla stessa carta da forno fornita dalla confezione; adagiatevi sopra un altro foglio abbastanza grande di carta da forno, quindi col matterello estendete la superficie assottigliandola di spessore, in modo da ricavare un rettangolo su cui poter ritagliare con la spronella (= rotella dentata tagliapasta) due cerchi di diametro uno cm. 25 , l’altro cm. 23
° Adagiate il cerchio di diam. maggiore su una teglia circolare antiaderente (diametro cm. 24-25), e, dopo aver praticato coi rebbi di una forchetta alcuni fori sulla superficie, stendetevi sopra le fette di prosciutto cotto, poi qualche fiocchetto di concentrato di pomodoro, un pizzico di origano e uno di paprika medio-dolce; proseguite adagiandovi sopra uniformemente una parte delle fettine di Maasdammer, poi le fette di prosciutto restanti, quindi le rimanenti fettine di formaggio, un pizzico di origano e qualche altro fiocchetto di concentrato. Infine versatevi sopra ml. 10 di panna liquida (consiglio quelle vaschettine in uso per macchiare il caffè!)
° Ricoprite il tutto con l’altro cerchio di diam. minore, premete bene sulla superficie in modo da farlo aderire al ripieno, chiudete con cura tutto il bordo circolare, premendo bene con le dita per saldare i bordi dei due cerchi e con la forchetta praticate ancora alcuni forellini sulla superficie, magari componendo un “motivo decorativo geometrico”: la focaccia è pronta per essere infornata
° Introducete la teglia in forno preriscaladato sul ripiano intermedio e cuocete a 180° per 28-30 minuti. Controllate comunque dall’ esterno di tanto in tanto la cottura. Terminato il tempo, attendete qualche attimo prima di aprire il forno. Lasciate riposare per due minuti nel forno spento a sportello semi-aperto, quindi estraete la vostra focaccia salata. Da servire calda, ma solo dopo alcuni minuti … E’ buona anche tiepida.  BON APPETIT!
Vini consigliati: Bianco di Custoza, Müller-Thurgau.

Bastoncini croccanti di formaggio filante alla Pizzeria Doriano di Madonna della Salute





Bastoncini croccanti di formaggio filanteUn classico delle tavole imbandite per l’aperitivo è la frittura. Dalle chips ai fiori di zucca ripieni, dalle olive all’ascolana alle mozzarelline, la frittura non può proprio mancare. Il segreto del successo sta nella croccantezza della panatura, e serviti alla giusta temperatura, col cuore sciolto sanno conquistare qualunque palato. Io ve li propongo con il maasdammer, ma anche altri formaggi come scamorza, provola  si prestano ad un perfetto risultato.
Bastoncini croccanti di formaggio filante
Ingredienti (per una decina di bastoncini):
- 300 grammi di pangrattato
- 200 gr di maasdammer
- 2 uova
- 200 grammi di farina ;
- olio per friggere Ricavate dal formaggio dei bastoncini: lunghi circa 3 cm, abbastanza spessi. Preparate in ciotole diverse la farina, il pangrattato e le uova, quest’ultime sbattute.
Prendete i vostri bastoncini, e procedete con la classica panatura: farina, poi uovo, poi pangrattato. Ripetete l’operazione omettendo la farina, facendo attenzione a che non rimangano punti scoperti.
In una pentola scaldate l’olio, e una volta caldo immergete i bastoncini. Lasciateli cuocere qualche minuto, poi scolateli e appoggiateli sulla di carta assorbente. Servite ancora caldi.

domenica 6 aprile 2014

Quaglie alle ciliegie



Quaglie alle ciliegie



Ingredienti
Per 4 persone
  • 4 quaglie pulite e private delle interiora
  • 8 fette di lardo
  • 16 ciliegie snocciolate
  • 1 cucchiaio di miele di acacia
  • uno scalogno
  • un bicchiere di Sherry
  • 3 cucchiai olio di oliva
  • sale e pepe

Procedimento
Scaldate in un pentolino 1 cucchiaio d'olio, unite lo scalogno tritato finemente e fate cuocere a fuoco basso fino a quando è diventato trasparente. Aggiungete le ciliegie snocciolate, un cucchiaio di miele, un pizzico di sale, un bicchiere di acqua bollente e fate cuocere il tutto per 3-4 minuti. Togliete dal fuoco, e quando tiepido, frullate il tutto, conservando qualche ciliegia intera per decorare il piatto, e tenete da parte.
Avvolgete poi ogni quaglia con 2 fettine di lardo, adagiatele in una teglia, fatele dorare su tutti i lati con gli altri due cucchiai di olio, bagnatele con lo Sherry, regolate il sale ed il pepe e fatele cuocere in forno a 180 gradi per circa 40 minuti. Quando le quaglie sono dorate, sfornatele e mettetele sul vassoio di portata. Sciogliete i fondi di cottura della carne a fuoco vivace, aggiungete le ciliegie frullate, amalgamate bene e versate questa salsa in una salsiera filtrandola attraverso un colino.
Servite le quaglie con questa salsa e guarnendole con le ciliegie
tenute da parte.

Risotto alle ciliegie



Risotto alle ciliegie





Ingredienti
  • 500 g di riso Carnaroli
  • 100 g di burro
  • 1/2 cipolla finemente tritatata
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 litro e mezzo di brodo bollente (va bene anche quello di dado)
  • 400 gr di ciliegie snocciolate e a pezzetti
  • sale
  • erba cipollina

Procedimento
Fate sciogliere, a fuoco lento, 4 cucchiai di burro e quando si sarà sciolto, aggiungete la cipolla e fatela imbiondire mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
Aggiungete il riso e girandolo sempre, fategli bene assorbire il burro. A questo punto alzate il fuoco e bagnate il riso prima con il vino, che lascerete evaporare, e poi con 2 mestoli di brodo bollente; mescolate sempre e, quando questo sarà quasi assorbito, aggiungete le ciliegie snocciolate e a pezzetti con altri 2 mestoli di brodo. Questa operazione verrà ripetuta per 3 o 4 volte. Trascorsi 15 minuti, dovete assaggiare il riso molto di frequente per essere sicuri che non scuocia. Se i chicchi risultano ancora duri, aggiungete mezzo mestolo di brodo alla volta e lasciate finire di cuocere. Ricordatevi di girarlo sempre!
Una volta cotto, toglietelo dal fuoco, conditelo con 1 cucchiaio di burro e conditelo con il sale a vostro piacimento. Lasciatelo riposare per 5 minuti in modo che possa mantecare bene.
Servitelo subito decorando con qualche filo di erba cipollina.

L'antipasto : Carpaccio di spigola e ciliegie


Le ricette di Marina


Carpaccio di spigola e ciliegie

Ingredienti
Per 6 persone
Inoltre...
Procedimento
Fatevi tagliare a carpaccio il pesce dal vostro pescivendolo.
Altrimenti mettetetelo, una volta a casa, nel freezer avvolto dalla pellicola trasparente in modo da poterlo poi più facilmente affettare. In questo secondo caso, una volta che la carne risulterà abbastanza fredda ma non congelata, tagliate la spigola a fette molto sottili e deponetele sul piatto di portata. Insaporitele con il sale ed il pepe. Snocciolate le ciliegie, tagliatele a rondelle sottili, conservando il loro succo che emulsionerete con quello del limone e con dell’olio extravergine in modo da ottenere una salsina. Disponete sul pesce le ciliegie e irrorate il tutto con la salsina.
Decorate con qualche ciliegia intera e qualche filo di erba cipollina.


sabato 5 aprile 2014

E' arrivata la stagione delle ciliegie !

É arrivata la stagione delle ciliegie, le temps des cerises!
E mi è venuta in mente una canzone bellissima che mia nonna Elena cantava sempre in questo periodo mentre accompagnava noi nipotini a raccogliere le ciliegie. Che bel ricordo!

Quand nous chanterons le temps des cerises / Quando canteremo il tempo delle ciliegie
Et gai rossignol et merle moqueur / E l' usignolo allegro ed il merlo burlone
Seront tous en fête / Saranno tutti in festa
Les belles auront la folie en tête / Le ragazze belle avranno la follia in mente
Et les amoureux du soleil au coeur / E gli innamorati il sole nel cuore
Quand nous chanterons le temps des cerises / Quando canteremo il tempo delle ciliegie
Sifflera bien mieux le merle moqueur / Fischierà ben meglio il merlo buffone.


Le ciliegie fanno molto bene alla salute perchè ricche di vitamina C e di potassio. Oltre a ciò sono un potente depurativo, un disintossicante, e ringiovaniscono anche i tessuti!
Sono adatte per le diete ipocaloriche perchè producono poche calorie: 50 Kcal per 100 gr.

Periodo: Maggio - Luglio




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Santa Maria Navarrese

Santa Maria Navarrese, è una frazione costiera del Comune di Baunei, nella Provincia dell'Ogliastra. Conta circa 1450 abitanti, situata sulla costa centro-orientale della Sardegna, a circa 150 km a nord di Cagliari, e 160 km a sud di Olbia. Il paese e la spiaggia sono adiacenti all'abitato di Tancau sul Mare.

Territorio

Santa Maria Navarrese offre un paesaggio caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea, che si riflette nelle acque trasparenti del suo piccolo golfo.

Storia

Il paese, costruito dalla popolazione di Baunei dopo il 1950, conserva un nome antico e ancora misterioso, legato alla storia lontana del medioevo ed alla leggenda. Il simbolo di Santa Maria Navarrese è la chiesetta medievale che si trova al centro della piazza, circondata da maestosi olivastri millenari. Questa chiesa, secondo appunto la leggenda, è stata fatta costruire poco dopo l'anno 1000, dalla Principessa di Navarra, proveniente dall'omonima regione spagnola, in onore della Vergine per essere sopravvissuta al naufragio della sua nave.
Fra le varie testimonianze quella più verosimile pare quella di Francisco de Vico membro del Supremo Consiglio di Sua Maestà il re di Spagna che nella sua “Historia general” racconta che la Sardegna, ormai liberata dal “barbaro dominio e dal giogo tirannico dei saraceni”, mentre genovesi e pisani litigavano fra loro per spartirsi quella parte di Sardegna che era stata occupata dai Mori, fu nuovamente aperta al libero commercio delle nazioni cristiane d'Europa. In questo contesto storico, secondo il Vico, nel 1065 una figlia del re di Navarra che di proposito cambiò sia il suo nome che le sue origini si rifugiò in Sardegna, in Ogliastra, ove, senza sentire la mancanza della sua patria, bene accolta come se fosse nata in Sardegna, edificò una chiesa alla Vergine che porta ancora il suo nome. La chiesa infatti è intitolata alla Beata Vergine Assunta e il borgo rivierasco prende il nome di Santa Maria Navarrese. L'intitolazione Santa Maria Navarresa è presente nelle cronache tardo quattrocentesche, del tardo cinquecento e del 1639, a testimoniare che un evento, un fatto storico, lo sbarco di una figlia del re di Navarra, ha poi dato luogo a cronache leggendarie tra loro discordanti sulle ragioni del viaggio e dello sbarco ma tutte concordanti sulla presenza di una figlia del re di Navarra sulle coste dell'Ogliastra nel sito preciso in cui venne edificata la chiesa.

Monumenti e luoghi di interesse

La chiesa di Santa Maria di Navarra

La chiesa di Santa Maria di Navarra viene datata al XI secolo ed è il più antico monumento architettonico di Baunei. La povertà delle fonti è un grave ostacolo alla datazione certa ma i segni materiali della cultura iberica presenti nella chiesa altomedievale di Santa Maria Navarrese sono inequivocabili.
Nel 1959-60 vennero condotti dei lavori di restauro che portarono alla luce molteplici informazioni sull'architettura originaria della chiesa. La prospezione dello scavo ha rivelato che la chiesa originaria, lunga appena 12 metri, aveva una piccola abside semicircolare, con raggio di 1,43 metri.
Erano presenti l'altare maggiore due altarini laterali, nonché due bancate di pietra a forma di L ai lati dell'altare utilizzati dal clero e dalle massime autorità del giudicato di Ogliastra  il giorno dell'Assunta, il 15 agosto, perché rappresentava il cuore della chiesa. La chiesa originaria aveva una pianta a tre navate divise fra loro da quattro arcate sostenute da pilastri di forma abbastanza rara in Italia: trattasi di archi a fungo, a ferro di cavallo, tecnicamente chiamati “oltrepassati “, archi preromanici diversi dai due archi chiaramente romanici della parte anteriore della chiesa costruiti nei secoli successivi all'XI per il suo ampliamento. La rarità di tali archi a fungo della chiesa originaria, sopravvissuti per un millennio e giunti sino a noi, ha creato un piccolo mistero sulla loro origine e significato culturale, storico e simbolico, ed un dibattito i cui contributi hanno sciolto l'enigma riportando la loro origine alla cultura religiosa visigota e mozaraba dei secoli VII-VIII-IX.
L'altare maggiore era stato costruito in muratura di pietra intonacata e al suo interno conteneva il reliquiario d'argento niellato probabilmente dono della fondatrice della chiesa. Il reliquiario d'argento niellato mozarabo è un'altra prova della presenza della cultura nord iberica nella chiesa di S. Maria Navarrese. Il prezioso oggetto a forma di cuore delle dimensioni di cm 4x4, cavo e dorato internamente, era racchiuso nell'altare della chiesa dentro un'urna di pietra sigillata con cera vergine e mantiene ancora oggi il mistero dell'identità del santo al quale appartenevano le reliquie. Il cuore è custodito dal vescovo d'Ogliastra nel museo della diocesi a Lanusei. Il tetto della chiesa era a capriate con il cannicciato  che sosteneva la copertura in tegole sarde.
Sempre nel restauro del 1959 vennero demolite le “cumbessias” locali adiacenti la chiesa che  ospitavano i fedeli durante i giorni della festa e servivano agli “obrieri” come deposito di attrezzi e di sementi. Inoltre erano per i naviganti che approdavano per sbarcare ed imbarcare merci, dal Seicento alla fine dell'Ottocento, un prezioso punto di appoggio e di sosta per immagazzinare e depositare le merci per gli scambi. Con questa demolizione si cancellò uno dei legami secolari della chiesa con la sua festa e con la civiltà agropastorale di Baunei di cui la festa era espressione e sintesi il 15 agosto, il giorno dell'Assunta, momento di conclusione felice dell'annata agraria prima del mese di settembre chiamato non a caso mese de cabudanni ( mese di inizio dell'anno ). Nel 1955-56 venne costruito il muro di sostegno della chiesa; quest'opera ebbe come conseguenza negativa l'effetto di spezzare l'unità dello spazio agricolo unitario che circondava la  chiesa  segnando una frattura fra la medesima e gli olivastri sottostanti; nelle operazioni di scavo venne riportato alla luce l'enorme masso a coppelle del neolitico che testimoniò il fatto che la chiesa cristiana venne edificata su un più antico luogo di culto, prova certa di sincretismo religioso. Nel 2013 si è concluso l'ultimo restauro.
Torre spagnola

La torre spagnola

Un'altra testimonianza storica di Santa Maria Navarrese è la torre spagnola, vecchia postazione d'avvistamento contro le incursioni saracene del XVII secolo.
Porto turistico

Turismo

Santa Maria è nota soprattutto come località balneare per la spiaggia e il porto turistico.Santa Maria Navarrese ha un porticciolo turistico, dal quale soprattutto nel periodo estivo, piccole e grandi imbarcazioni turistiche permettono di visitare circa 40 km di costa, tra i più belli e incontaminati del Mediterraneo. Tra i luoghi più conosciuti: Cala Follò, Cala Goloritzè, Cala Luna, Ispùligi de Nie (detta anche Cala Mariolu) e Cala Sisine.